Famiglie nelle quali vi sia un membro gravemente disturbato ( psicotico, tossicomane, caratteropatico) legato al nucleo familiare da stretti vincoli emotivi e/o di sopravvivenza familiare. E’ necessaria da parte della famiglia una seria motivazione alla terapia espressa, se non in una volontà di mutamento collettivo, nel desiderio di aiutare il componente della famiglia ammalato.
TECNICA
Si basa sulla comprensione delle dinamiche individuali e del gruppo familiare. Lo scopo è quello di intervenire sulla famiglia, per chiarire le modalità di interazione tra i membri, ed il loro significato nell’economia familiare. Il terapeuta utilizza sia la tecnica del confronto e sia l’interpretazione.
Una tecnica particolare usata soprattutto dai terapisti della comunicazione, consiste nella prescrizione del sintomo, nella quale il doppio legame viene usato come fattore terapeutico. Il doppio legame terapeutico è l’immagine speculare di quello patogeno e si basa sulla relazione terapeuta-paziente e/o famiglia.
Un esempio di doppio legame terapeutico è il seguente: nel corso del trattamento familiare un membro afferma di non voler più collaborare alla terapia. Il terapeuta per controbattere questa posizione, ordina al paziente di continuare a mantenere il suo atteggiamento disfattista. In tal modo il paziente si trova in una situazione insostenibile: se continua a sabotare la terapia significa che sta cooperando ( ed egli non vuole farlo), ma se vuole disobbedire all’ingiunzione, può farlo assumendo un atteggiamento non disfattista e (ciò rende possibile la continuazione della terapia).
ASPETTI TECNICI
La durata del trattamento è di circa 1-3 anni e con una frequenza delle sedute di una o due sedute settimanali alle quali partecipano tutti i membri della famiglia. La terapia della famiglia può essere affiancata alla terapia individuale, oppure costruire un metodo di trattamento esclusivo.
OBIETTIVI
Modificazione dei singoli membri e degli schemi di interazione della famiglia nel suo insieme.
Psicoterapia
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